Se pensi che sia utile per la Comunità di Valle della Vallalagarina poter votare una lista come la nostra, che vuole dare democrazia, partecipazione, trasparenza, voce ai cittadini e meno privilegi o sottostare a giochi della Provincia, vieni anche tu a conoscerci.
Saremo presenti nei vari incontri con i nostri candidati:
1. venerdì 8 ottobre 2010 incontro di coalizione presso ISERA - Sala Cooperazione;
2. lunedì 11 ottobre 2010 incontro di coalizione presso BESENELLO - Circolo Anziani;
3. giovedì 14 ottobre 2010 incontro di coalizione presso ROVERETO - Sala Filarmonica;
4. lunedì 18 ottobre 2010 incontro di coalizione presso MORI - Auditoriumsaluti.
AREA di CENTRO ROVERETO
Omnia vincit amor et nos cedamus amori
giovedì 7 ottobre 2010
Rapporto tra l'AreaDiCentro e La comunità di valle della Valalagarin
L' Area di Centro Miorandi , nel candidarsi al governo della Comunità della Vallagarina nelle prossime elezioni del 24 Ottobre 2010.con la coalizione di centro sinistra , dichiara le linee della propria identità e la specificità della propria vocazione operativa all' interno delle finalità e degli obiettivi che hanno dato origine all' alleanza di cui fa parte.
Finalità ed obiettivi dell colaazione di centrosinistra
costruire e rinforzare la ancora debole identità comunitaria della Villalagarina nei principi di reciproca sussidiarietà , di valorizzazione e integrazione delle singole comunalità
centralità della persona, vista nei suoi bisogni individuali e nella sua attitudine alla relazione e all' essere protagonista della vita sociale
favorire lo sviluppo di una visione di futuro che permetta il riconoscimento e la messa in atto delle potenzialità creative dei singoli all' interno della comunità
Mission area di centro (il profilo morale e politico dell' A.D.C.)
Siamo un gruppo di cittadini di Rovereto, che, in occasione delle elezioni 2010 per la nuova amministrazione, hanno costituito una lista civica denominata “Area di centro”.
Il profilo morale in cui ci riconosciamo si identifica nei concetti di “centralità” e “moderazione”: parole antiche, che vanno rivisitate nel loro significato originario, per evitare l' ambiguità presente nella loro natura di slogan , pur necessaria, e la conseguente possibilità di interpretazioni non oggettive, frutto delle stratificazioni di senso ivi depositate dal tempo.
Per essere “centrali” intendiamo il far parte di uno spazio politico circolare e concentrico, in cui le varie sensibilità, anche se provenienti da appartenenze diverse, concorrano a costruire una progettualità condivisa in uno spirito di reciproca integrazione.
Di qui l' essere “moderati”, inteso come interesse alla ricerca degli aspetti comuni nella diversità, all' ascolto e valorizzazione di quanto, diverso, arricchisce: vocazione ad integrare, non a mediare tra opposti in conflitto.
Su questa base di valori si definisce la nostra responsabilità e i compiti che ne derivano:
gestire la delega del voto come occasione per un coinvolgimento responsabile dei cittadini, sia nell' aiuto a riconoscere i bisogni comuni, pur all'interno di possibili irrigidimenti passionali e di parte, sia nel darvi espressione in forma organizzata;
accogliere la collaborazione di quanti, pur proveniendo da realtà diverse e pur non rinunciando alla propria identità di appartenenza, si sentono attratti da questo esperimento ed intendono apportarvi il proprio contributo di passione civica, di esperienza e di competenze professionali.
Specificità della vocazione operativa dell' AreaDiCentro
valorizzare la realtà giovanile attraverso l' ascolto e la creazione di opportunità , che favoriscano la risoluzione della frattura generazionale tipica della nostra società , integrando in un mutuo scambio la dimensione esperienziale e professionale dell' adulto con la creatività e l' energia costruttiva del giovane
favorire lo sviluppo, attraverso la proposta e la creazione di opportune occasioni formativo-culturali di una cultura professionale che faciliti nei vari ambiti la relazione tra utente ed operatore
favorire la rinascita della tradizione culturale della città di Rovereto, caratterizzata da un peculiare spirito di apertura alla discussione, al confronto e alla circolazione di idee
favorire la proposizione della città di Rovereto nell' ambito della Comunità di valle proprio nella sua specificità culturale, capace come tale, se valorizzata , di aprirsi al confronto, ma anche di valorizzare nella circolazione delle idee le varie identità comunali: non predominio, ma attitudine, volontà e capacità di coordinare in uno spirito di mutua competizione (da cum petere: tendere assieme verso)
Finalità ed obiettivi dell colaazione di centrosinistra
costruire e rinforzare la ancora debole identità comunitaria della Villalagarina nei principi di reciproca sussidiarietà , di valorizzazione e integrazione delle singole comunalità
centralità della persona, vista nei suoi bisogni individuali e nella sua attitudine alla relazione e all' essere protagonista della vita sociale
favorire lo sviluppo di una visione di futuro che permetta il riconoscimento e la messa in atto delle potenzialità creative dei singoli all' interno della comunità
Mission area di centro (il profilo morale e politico dell' A.D.C.)
Siamo un gruppo di cittadini di Rovereto, che, in occasione delle elezioni 2010 per la nuova amministrazione, hanno costituito una lista civica denominata “Area di centro”.
Il profilo morale in cui ci riconosciamo si identifica nei concetti di “centralità” e “moderazione”: parole antiche, che vanno rivisitate nel loro significato originario, per evitare l' ambiguità presente nella loro natura di slogan , pur necessaria, e la conseguente possibilità di interpretazioni non oggettive, frutto delle stratificazioni di senso ivi depositate dal tempo.
Per essere “centrali” intendiamo il far parte di uno spazio politico circolare e concentrico, in cui le varie sensibilità, anche se provenienti da appartenenze diverse, concorrano a costruire una progettualità condivisa in uno spirito di reciproca integrazione.
Di qui l' essere “moderati”, inteso come interesse alla ricerca degli aspetti comuni nella diversità, all' ascolto e valorizzazione di quanto, diverso, arricchisce: vocazione ad integrare, non a mediare tra opposti in conflitto.
Su questa base di valori si definisce la nostra responsabilità e i compiti che ne derivano:
gestire la delega del voto come occasione per un coinvolgimento responsabile dei cittadini, sia nell' aiuto a riconoscere i bisogni comuni, pur all'interno di possibili irrigidimenti passionali e di parte, sia nel darvi espressione in forma organizzata;
accogliere la collaborazione di quanti, pur proveniendo da realtà diverse e pur non rinunciando alla propria identità di appartenenza, si sentono attratti da questo esperimento ed intendono apportarvi il proprio contributo di passione civica, di esperienza e di competenze professionali.
Specificità della vocazione operativa dell' AreaDiCentro
valorizzare la realtà giovanile attraverso l' ascolto e la creazione di opportunità , che favoriscano la risoluzione della frattura generazionale tipica della nostra società , integrando in un mutuo scambio la dimensione esperienziale e professionale dell' adulto con la creatività e l' energia costruttiva del giovane
favorire lo sviluppo, attraverso la proposta e la creazione di opportune occasioni formativo-culturali di una cultura professionale che faciliti nei vari ambiti la relazione tra utente ed operatore
favorire la rinascita della tradizione culturale della città di Rovereto, caratterizzata da un peculiare spirito di apertura alla discussione, al confronto e alla circolazione di idee
favorire la proposizione della città di Rovereto nell' ambito della Comunità di valle proprio nella sua specificità culturale, capace come tale, se valorizzata , di aprirsi al confronto, ma anche di valorizzare nella circolazione delle idee le varie identità comunali: non predominio, ma attitudine, volontà e capacità di coordinare in uno spirito di mutua competizione (da cum petere: tendere assieme verso)
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sabato 5 giugno 2010
GRAZIE per la Vittoria FINALE.
In un profondo sentimento di gratitudine rivolgiamo un sincero ringraziamento ai 601 uomini e donne che onorandoci col loro voto anche al ballottaggio hanno voluto dare forza, condividendole, alle idee che l’Area di Centro ha negli ultimi mesi veicolato. Idee di legalità, fondate su un profondo senso di dignità politica e personale che rigettano in toto i metodi e le consuetudini abnormi che oramai da troppi anni opprimono la nostra Politica.
Abbiamo vinto!
Ovviamente non sul piano numerico, non potevamo certo pensare di ottenere la maggioranza, ma sul piano morale si! L’ Area di Centro ha vinto conseguendo i principali dei risultati auspicati: - “costringere” la politica di Trento a porre al centro della discussione la necessità di riappropriarsi di quella sostanziale moralità individuale e collettiva che deve essere alla base di ogni scelta od atto, indipendentemente dalle ideologie o dalle scelte di campo dei singoli; - dare una “boccata d’ossigeno” ad una città che soffoca, la nostra città, dimostrando, prima di tutto a noi stessi, che si può fare politica anche in modo pragmatico ma conservando principi e dignità e lo abbiamo fatto mettendoci la faccia; ottenere un consenso, sulle nostre idee, tale da dare speranza a chi ancora crede che la politica possa essere intesa con spirito di servizio per la comunità.
Siamo fortemente determinati a continuare la nostra azione politica in coerenza con le nostre idee e nel rispetto di quei 601 elettori che in esse han creduto.
mercoledì 19 maggio 2010
GRAZIE a TUTTI: CANDIDATI ed ELETTORI.
Voglio ringraziare tutti quelli che hanno votato la nostra lista e i nostri candidati (nella circoscrizione NORD la nostra lista è la seconda con un peso pari al 20,04% e tre consiglieri, abbiamo un consigliere alla Centro e uno alla circoscrizione Sacco San Giorgio).
Ringrazio perchè la coerenza politica, il fatto di aver mantenuto la parola, con chi ha condiviso fino a qui il nostro percorso politico ci permette di andare a testa alta nella città di Rovereto.
Questa è la dimostrazione che Chi ha rotto il partito non ha saputo raccogliere i frutti e per quanto mi riguarda ha dimostrato poca credibilità nel mondo della politica. Di certo è stata una scelta contro i veri valori della politica e contro quello che possiamo definire lo statuto del partito. In questo frangente ho il piacere di ricordare un grande come Ghandi in quanto per lui Il fine della politica e' vivere insieme, nella giustizia e nella semplicità volontaria, nel dominio delle passioni, nel seguire la verità, nel coraggio che resiste alle violenze, anche psicologiche, senza imitarle. La sua politica deve essere stimolo per noi, di idee e di valori e soprattutto di un concreto programma costruttivo da sviluppare negli anni avvenire.
Solo chi a da perdere come un giovane che si mette in gioco in una partita così importante deve avere il sostegno di una città che storicamente richiama ed ha richiamato dei grandi lumi. Chi ormai è arrivato e non ha nulla da perdere può anche promettere e non mantenere tanto chi gli farà i conti a fine mandato?
Noi siamo qui per testimoniare con la nostra presenza che si può fare politica chiara, leale e trasparente e quindi invito tutti a perseguire questi valori ormai dimenticati e messi da parte per i propri personalismi. Per quanto ci riguarda a Rovereto con queste elezioni l’UDC è scomparsa. Chi continua a portare avanti una politica di tale livello non può altro che diventare, come a Rovereto, un fantasma come lo stesso simbolo.
Io credo che a Rovereto non si possa uscire dall’appiattimento di iniziative se non con un deciso investimento in innovazione, vedo però con grande amarezza che le scelte dell’attuale amministrazione uscente, come dichiarato anche dagli stessi, permangono molto deboli nell’incentivare i giovani, l’economia innovativa e assolutamente non sono indirizzate alle infrastrutture e agli investimenti che sono fattori abilitanti dell’innovazione.
Auspico nella futura politica comunale, che avrà la responsabilità di parte degli investimenti, saprà interpretare questa assoluta necessità per non ritrovarci in pochi anni ultimi nella provincia di Trento.Con questo spirito ci siamo messi in gioco e giocheremo fino in fondo per portare avanti una politica per i giovani che parla ai giovani e che li mette non solo in primo piano ma li considera interlocutori importanti.
grazie a Michele Trentini e Franco Frisinghelli.
giovedì 13 maggio 2010
Votate i nostri Candidati dell'AREA di Centro.
Ad ormai pochissime ore dal termine di una campagna elettorale a tratti estenuante, la tranquillità di una serata di pioggia, in quella Rovereto che è la mia prima casa, offre (per la prima volta, in verità, dopo infinite settimane di frenesia) lo spazio per fermarci a riflettere.
Certamente non avrei pensato, quando qualche anno fa decidevo di compiere i primi passi nell’agorà politica, che non molto tempo dopo mi sarei ritrovato a dover giustificare il mio impegno, quasi fosse qualcosa di inutile, di irragionevole o (peggio) disdicevole.
Non avrei creduto che “fare politica” sarebbe diventato, nell’uso comune, sintomo di scarsa rispettabilità e propensione al malaffare. Gli ultimi mesi, in particolare, mi hanno riservato più di un’occasione per scontrarmi con una realtà, ormai divenuta poco pacifica, che mi rattrista e mi addolora. Questa reazione, che potrà forse sembrare ingenua alla luce di ciò che la cronaca politica ci propone ogni giorno, è invece il frutto di non poca ponderazione, oserei dire di studio.
Noi “Area di Centro” abbiamo costruito insieme alla coalizione una proposta aperta di progetto Politico forte e chiaro che deve essere completato con l’indicazione ed il coinvolgimento di tutti in quanto crediamo che oggi sia essenziale mettere in secondo piano le barricate e gli schieramenti ed essere, al contrario, costruttori di ponti di dialogo con chi dimostri la stessa nostra volontà.
Vogliamo costruire un patto politico e sociale ispirato al bene comune, al servizio della famiglia, delle comunità, del mondo del lavoro, della libera impresa e della cultura. Non intendiamo dar vita a una piccola forza d’interposizione. Intendiamo, al contrario, cominciare insieme il cammino di un soggetto capace di modificare il sistema politico.
Vogliamo costruire un patto politico e sociale ispirato al bene comune, al servizio della famiglia, delle comunità, del mondo del lavoro, della libera impresa e della cultura. Non intendiamo dar vita a una piccola forza d’interposizione. Intendiamo, al contrario, cominciare insieme il cammino di un soggetto capace di modificare il sistema politico.
Apriamo ai Giovani e alle idee, l’unica vera forza di un sistema ormai appiattito.
Vi invito a Votare per il cambiamento due preferenze, e vi auguro comunque buona giornata oltre a ringraziarvi per aver dedicato un minuto alla lettura di questo messaggio.
Michele Trentini - Area di Centro -
Franco Frisinghelli - Area di Centro -
cordialmente Area di Centro.
domenica 2 maggio 2010
sabato 1 maggio 2010
Appuntamenti in piazza.... dell'Aerea di Centro
Se pensi che sia utile per la città poter votare una lista come la nostra, che vuole dare democrazia, partecipazione, trasparenza, voce ai cittadini e meno privilegi o sottostare a giochi di Trento, vieni anche tu a conoscerci.
Saremo presenti in vari punti della citta:
1. domenica 2 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in piazza Malfatti;
2. lunedì 3 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in via benacense (distributore)
3. martedì 4 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in via Brione (angolo piazza della pace)
4. mercoledì 5 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in Borgo Sacco (Bar Mimosa)
5. giovedì 6 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in via Dante (giardini Italia)
6. venerdì 7 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in piazza Malfatti
7. sabato 8 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in via Tartarotti
8. domenica 9 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in piazza Erbe
9. lunedì 10 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in piazza di Sacco
10. martedì 11 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in Borgo S.Caterina
11. mercoledì 12 maggio 2010 dalle 09 alle 18 nel piazzale San. Giorgio
12. giovedì 13 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in via Tartarotti
Dalle 9.00 alle 18.00 allo spazio “Rovereto 10x10”quasi tutti i giorni.
Saremo presenti in vari punti della citta:
1. domenica 2 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in piazza Malfatti;
2. lunedì 3 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in via benacense (distributore)
3. martedì 4 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in via Brione (angolo piazza della pace)
4. mercoledì 5 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in Borgo Sacco (Bar Mimosa)
5. giovedì 6 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in via Dante (giardini Italia)
6. venerdì 7 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in piazza Malfatti
7. sabato 8 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in via Tartarotti
8. domenica 9 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in piazza Erbe
9. lunedì 10 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in piazza di Sacco
10. martedì 11 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in Borgo S.Caterina
11. mercoledì 12 maggio 2010 dalle 09 alle 18 nel piazzale San. Giorgio
12. giovedì 13 maggio 2010 dalle 09 alle 18 in via Tartarotti
Dalle 9.00 alle 18.00 allo spazio “Rovereto 10x10”quasi tutti i giorni.
mercoledì 21 aprile 2010
“APPELLO AI CATTOLICI A NON DISPERDERE IL PROPRIO VOTO”
La strada tracciata dall’Area di Centro di Michele Trentini mostra che non dobbiamo rassegnarci a contenitori vuoti di principi. E necessario recuperare un ruolo centrale per i cattolici anche nella vita politica di Rovereto nel nostro caro Trentino.
Bisogna avere il coraggio di rispondere all’appello lanciato dalla Conferenza episcopale italiana quando ci sollecita ad avere una maggiore progettualità e maggior protagonismo nella vita politica italiana. E’ finito il tempo in cui ci si deve rassegnare alla subalternità di un accentrismo di Trento, vecchio contenitore vuoto di principi.
A Rovereto questo processo di aggregazione, non tanto di classe dirigente quanto piuttosto di elettorato, può essere facilitato dal fatto che non partiamo da zero. Nel corso di questi mesi infatti temi centrali come la famiglia, la vita e la solidarietà sono stati al centro dell’azione del gruppo dell’Area di Centro.
L’Area di Centro lancia quindi un appello ai tanti elettori cattolici affinchè non disperdano il proprio voto rendendolo inutile dentro le vecchie liste della politica ante prima Repubblica. L’assurdo di questo momento storico è che persone che la pensano allo stesso modo stanno in liste diverse e persone che la pensano in modo diverso stanno nello stessa lista. È una situazione che non può durare a lungo. L’Area di Centro invita gli elettori cattolici a concentrare il loro voto sulla lista “Area di Centro” che da mesi, si confronta per i valori in cui da sempre crediamo per costruire insieme il futuro della nostra città di Rovereto.
Bisogna avere il coraggio di rispondere all’appello lanciato dalla Conferenza episcopale italiana quando ci sollecita ad avere una maggiore progettualità e maggior protagonismo nella vita politica italiana. E’ finito il tempo in cui ci si deve rassegnare alla subalternità di un accentrismo di Trento, vecchio contenitore vuoto di principi.
A Rovereto questo processo di aggregazione, non tanto di classe dirigente quanto piuttosto di elettorato, può essere facilitato dal fatto che non partiamo da zero. Nel corso di questi mesi infatti temi centrali come la famiglia, la vita e la solidarietà sono stati al centro dell’azione del gruppo dell’Area di Centro.
L’Area di Centro lancia quindi un appello ai tanti elettori cattolici affinchè non disperdano il proprio voto rendendolo inutile dentro le vecchie liste della politica ante prima Repubblica. L’assurdo di questo momento storico è che persone che la pensano allo stesso modo stanno in liste diverse e persone che la pensano in modo diverso stanno nello stessa lista. È una situazione che non può durare a lungo. L’Area di Centro invita gli elettori cattolici a concentrare il loro voto sulla lista “Area di Centro” che da mesi, si confronta per i valori in cui da sempre crediamo per costruire insieme il futuro della nostra città di Rovereto.
sabato 17 aprile 2010
programma di coalizione: Progetto per una Rovereto del futuro
ROVERETO 10x10
10 progetti per la città
-Un sogno da realizzare-
L’idea futura di città Rovereto deve ripartire, con forze nuove, con entusiasmo nuovo, per almeno dieci anni di governo.Stiamo vivendo una fase assai difficile, internazionale e nazionale, dovuta alla crisi finanziaria edeconomica. Il comparto industriale della città attraversa in questi mesi una preoccupante crisioccupazionale.Ambito fondamentale è quello del Comune, che vogliamo luogo di una vitale convivenza e soggetto politico autorevole e partecipato. La necessità della partecipazione alla vita democratica deve quindiessere riaffermata.Rovereto ha bisogno di un profilo alto della politica amministrativa, in grado di dare qualificatosviluppo ai processi positivi in atto, di interloquire con forza con la Provincia, con il ricco tessutodelle istituzioni dell’autonomia locale, con i soggetti sociali, culturali ed economici che costituiscono il tessuto vitale del nostro territorio.
Il nuovo metodo di far politica La persona sarà al centro della prossima amministrazione comunale.Rovereto ha bisogno della partecipazione attiva dei suoi cittadini e delle sue cittadine: non è soloimportante fare, ma anche come fare, se siamo davvero convinti che la politica è assunzione edesercizio di responsabilità al servizio del bene comune.Si dovrà costruire un percorso di apertura del comune verso la città. Il Sindaco dovrà ricevere tutti,dovrà uscire nei quartieri, per ascoltare i cittadini, le realtà sociali e produttive. Questa proposta programmatica vuole garantire un nuovo modo di fare politica. A partire dallinguaggio, che deve essere nuovo e accessibile a tutti. In secondo luogo, ascoltando le istanze deicittadini diversamente rappresentati. Vogliamo creare una prospettiva programmatica di lungorespiro, dare applicazione concreta ad un riformismo capace di proiettare Rovereto in unadimensione europea che sappia dialogare con il mondo. Occorre superare le logiche dell’autoreferenzialità per aprire lo sguardo alla progettualità più avanzata di altre città europee, concui sarà necessario confrontarci per elaborare progetti di rilancio della città.Un modello di partecipazione che passa attraverso il concetto di squadra, un gruppo dove i partiti hanno dignità di esistenza, dove i partiti e le diverse rappresentanze politiche sono cerniera con lasocietà civile e luogo dell’elaborazione del pensiero. Le circoscrizioni saranno valorizzate nella prossima amministrazione, in quanto articolazioni della democrazia rappresentativa a più stretto contatto con i cittadini nei quartieri. Rovereto deve essere competitiva e saper progettare il suo futuro, costruendo un’ampia varietà diopportunità economiche e sociali, in un ambiente stimolante, creativo, liberando energie giovani. La città deve ricominciare ad attrarre come nel recente passato, persone, investimenti, intelligenze. Tutti i cittadini devono essere protagonisti del futuro della propria città. Ogni cittadino è portatoredi valori, talenti, e per questo va dato ascolto a tutti.
Piano strategico Nei primi mesi di lavoro della prossima giunta si dovrà definire un Piano Strategico Rovereto 2010-2020, per definire una visione, una mission cittadina, un progetto di sviluppo che possa proiettareRovereto nel futuro.Per realizzare il piano si dovranno realizzare focus group, definendo obiettivi quali-quantitativi dimedio-lungo periodo, capaci di delineare progettualità ben definite rispecchiando i dieci assi sottoproposti.Chi parteciperà oltre al Comune di Rovereto? Provincia Autonoma di Trento, Università, MART,APSP Vannetti, Azienda Sanitaria, APT, Trentino Sviluppo, ITEA e altri attori qualificati.
1. IL LAVORO E LE OPPORTUNITA’ DELLA GREEN ECONOMY
Il lavoro e la qualità del lavoro al centro di ogni politica in coerenza con le politicheprovinciali.C’è necessità di porre il tema del lavoro come priorità dell’agenda programmaticaroveretana: l’amministrazione comunale deve essere protagonista ai tavoli provincialideputati alle politiche lavorative. Non quindi delegare semplicemente, ma essere portavocedel comparto produttivo roveretano, che sia commercio, industria o servizi, profit o noprofit.
La green economy come motore di sviluppo per la creazione di nuove possibilità di lavoro
L’impresa è motore di innovazione e alla politica spetta il compito di supportare econdividere un indirizzo, una nuova visione.Oggi per uscire dalla crisi sociale ed ambientale globale si deve ripensare il modello disviluppo e dei consumi, coniugando progresso, tecnologia, sviluppando una riconversioneecologica dell’economia per ridurre gli impatti dei processi produttivi attuali.Un’economia più moderna ed efficace, che grazie, all’innovazione ambientale, crea piùricchezza ma consuma meno materia ed energia, produce meno inquinamento e fa nascerenuove imprese e nuova occupazione. Oggi una nuova frontiera, capace di creare innovazione duratura e in grado di intercettare lesensibilità della nostra terra trentina, è quella della cosiddetta Green Economy. Cosa significa Green Economy? Nuovi progetti imprenditoriali che nascono dal concetto di"limite", che nascono dalla consapevolezza che le risorse naturali, finanziarie e umane, sonolimitate. Le nuove frontiere imprenditoriali devono uscire da schemi ormai vecchi, devonoessere capaci di coniugare nuovi valori: ambiente, equità sociale, innovazione. Nella Green Economy vi sono modelli d’impresa che guardano alla tecnologia ambientale,all’efficienza energetica, modelli che guardano lontano, che nascono già con l’idea che illoro orizzonte di sviluppo sarà quello internazionale. La rivoluzione industriale ecologica di Rovereto può diventare un modello innovativo,codificato in un progetto strutturato: la Vallagarina come la prima Green Valley Europea. Un progetto unico, in cui tutta la futura comunità di Valle sarà coinvolta.Non solo industria, ma anche servizi, agricoltura d’eccellenza, cooperazione sociale. Non solo produzione meccanica, ma anche manifatturiera, agroalimentare, edile-strutturale, ecc. Il distretto industriale di Rovereto può essere rivoluzionato con investimenti formativi, diricerca e di prodotto per poter sfociare nel medio periodo in un distretto industrialeecologico, riprendendo così il progetto del distretto dell’energia. In questo quadro anche lanostra multiutulity "Dolomiti energia" potrà giocare un ruolo primario. Per questo, si rendenecessaria la presenza operativa e dirigenziale di tale azienda nel comune di Rovereto. L’impresa del distretto industriale dovrà, con la collaborazione dell’ente pubblico,partecipare ad un progetto di trasparenza, di certificazione delle buone politiche ambientali,quindi una nuova policy ambientale, per essere elemento di garanzia verso la popolazioneche risiede al confine della zona industriale. Gli spazi oggi occupati dagli stabilimenti produttivi possono diventare grandi spazi perprodurre energia fotovoltaica: ecco un altro esempio dove il limite (il territorio occupato) può diventare un vantaggio competitivo per la comunità e per le imprese.
La creatività imprenditoriale per un nuovo sviluppo sostenibile della città La creatività imprenditoriale deve essere sostenuta e valorizzata dalla pubblica amministrazione, attraverso la ricerca, la formazione. Oggi i nuovi business ecologicidevono essere sviluppati per poter dare vie di uscita a questa crisi economica mondiale chesta generando insicurezze sociali, generazionali, di investimento. La creatività di impresa non è solo rivolta all’esistente ma deve essere diffusa anche nei giovani, che si affacciano al mondo del lavoro, quindi ribaltare la prospettiva, ossia dalcercare lavoro al creare lavoro, nel settore profit come in quello no profit sociale.
Rovereto protagonista con l’Ex-Manifattura e partecipe del progetto ex Alumetal comeluoghi dell’innovazione ambientale e come incubatori di progetti d’impresa.Con il progetto Manifattura Domani si rafforza il modello produttivo trentino, attraverso unprocesso di rinnovamento guidato dalla nuova economia verde, dalla conoscenza, e dalbisogno della ricerca dell’efficienza energetica, che passa attraverso la ricerca delle nuovefonti energetiche rinnovabili, la produzione di nuovi materiali, l’alta tecnologia di servizio.Tutto questo creando un luogo di incontro all’interno della Ex Manifattura, fra intelligenzelocali, e quelle provenienti dal mondo, un progetto ad altissimo capitale umano.Rovereto deve essere protagonista di questo progetto, con le sue forze politiche, di ricerca, lesue imprese. Non un luogo di solo inserimento produttivo, non un luogo vuoto di idee.Rovereto ha le capacità di esserne protagonista, perchè “il codice genetico roveretano” lo permette, perché creatività (cultura) e impresa sono pilastri portanti della nostra città daalcuni secoli.In questo luogo dovranno essere protagonisti i vari settori della produzione, quello industriale, dell’artigianato, del commercio, della ricerca, della cultura. L’ambiente hanecessità di letture olistiche, quindi la penetrazione all’ExManifattura di saperiinterdisciplinari è elemento di garanzia della bontà progettuale.Anche l’area Ex Alumetal giocherà in ambito di comunità di Valle un ruolodell’innovazione importante per tutto il Trentino. Si deve orientare la progettualità verso ununico progetto solido, non limitandolo ad orizzonti locali ma aprendo prospettiveinternazionali. Rovereto, la Provincia di Trento e i comuni della Vallagarina devonorealizzare nel breve periodo un progetto definito e definitivo, capace di rilanciare questoluogo storico, che ha rappresentato la rivoluzione industriale della nostra terra.
La ricerca applicata ambientale universitaria al comparto industriale roveretano La ricerca sviluppata dall'Ateneo trentino - particolarmente quella che riguarda l'ambiente -dovrà giocare un ruolo determinante per favorire questa nuova stagione produttiva.Si rende necessario sviluppare le sinergie con il “sistema della ricerca trentino”, costituito da Università ed FBK, al fine da rendere appetibili gli spazi del comparto industriale roveretano come sede per l’avvio delle nuove frontiere della ricerca, attraverso la creazione di spin off aziendali. Andrà quindi rivalutato e potenziato il ruolo di Trentino Sviluppo come cernieratra ricerca e innovazione industriale.E’ indispensabile innescare meccanismi virtuosi di relazione tra la produzione e la ricercache diffondano la cultura del distretto dell’innovazione nel quale tutti si sentono protagonisti6di un processo di crescita delle competenze che permette di “fare meglio, consumandomeno”.
L’efficienza energetica come nuovo propulsore dello sviluppo sociale e produttivo, nelcomparto costruttivo edile La Provincia Autonoma di Trento sta sviluppando in questi anni sistemi certificativiambientali degli edifici (sistema LEED, sistema Casa Clima). Tali sistemi possono generaresul nostro territorio indiscutibili benefici ambientali, capaci di creare anche nuoveopportunità professionali, innovazione nelle imprese del settore edile e dell’indotto. Inquesto processo di nuovo sviluppo devono concorrere l’università di Trento, il MuseoCivico della città, il Centro di Formazione Professionale Veronesi, Istituto TecnicoIndustriale Marconi e il sistema bancario locale.
2. LA CITTA’ DELLA PERSONA
Vivibilità urbana e qualità ambientale per una nuova socialità, riconquista degli spazid’incontro, nei centri storici della città, nei parchi pubblici C’è necessità di una nuova vivibilità urbana, dove la persona sia al centro della nuova progettualità. I giovani, gli anziani e altre classi di età devono fruire di nuovi spazi, per potercreare quella rete delle relazioni capace di creare coesione sociale, per dare possibilità aibambini di ritrovarsi nella città in sicurezza.La città di Rovereto non ha un solo centro storico, non un solo centro. Il centro assume unsignificato di snodo delle relazioni, dei saperi, dei servizi, mentre gli “altri” centri sonoindividuabili fisicamente negli ex comuni (Lizzana, Borgo Sacco, Marco, ecc.), centri chedevono essere riscoperti, rigenerati, non abbandonandoli all’anonimato, ma ricercandone levocazioni smarrite, o le nuove attitudini latenti da stimolare attraverso anche ricerchestoriche. La città policentrica rende necessario un ripensamento della dislocazione deiservizi sul territorio, al fine di rendere maggiormente autonomi i quartieri, al fine diricostituire Paesi autosufficienti con dimensioni sociali autonome, dove abitanti storici enuovi arrivati si integrano attraverso la condivisione di spazi comuni, di servizi e difunzioni.La periferia si rifà all’ambiente di vita, che è ‘l’anima” di un territorio, lo rende piacevole,sicuro, portatore di culture e identità, antiche e moderne.Ogni cittadino di Rovereto si deve sentire protagonista della crescita del proprio quartiere,della propria città. Il cittadino è portatore di valori, di talenti, e creatore di socialità e quindidiventa una opportunità e un fattore di benessere diffuso. L’amministrazione comunale develiberare le energie date dalle menti dei cittadini, rendendo le persone protagoniste perridisegnare la città, per riviverla.
Città dell’aggregazione socialeRicucire relazioni sociali, fra vecchi e nuovi cittadini, cercando non solo spazi ma ancheidee: questo l'obiettivo della prossima amministrazione.C’è necessità di una casa della musica della danza e del teatro, dove dare vita a nuoviprogetti creativi o per creare opportunità di svago alla cittadinanza.Obiettivo di questa amministrazione sarà il trasferimento degli uffici tecnici per lariconversione di tutto lo spazio della ex cartiera nella “casa per le associazioni” artistiche,sale prove, luoghi per la socialità e per lo scambio generazionale, collegando questoimportante centro di socialità al centro storico attraverso un percorso ciclo-pedonale checosteggia il torrente Leno.
Una città sicura a misura dei bambini e degli anziani Ripensare la città dal punto di vista dei bambini. Questo è un obiettivo primario: nellesocietà sempre più vecchie i bambini sono preziosi. Si dovrà realizzare un grande “Progetto-Bambini”, con responsabilità individuali e collettive all’altezza del compito. In questoprogetto devono confluire tutte le realtà già operanti sul territorio, formative, pedagogiche,assistenziali, educative e ludiche (ludoteca comprensoriale, laboratori ludici, ecc.).Gli anziani devono essere considerati per quello che sono, vale a dire "portatori di valori, distoria, di esperienza". Gli anziani rappresentano una risorsa per la città, le loro esperienza divita vanno valorizzate per creare beni collettivi.Mettere in relazione gli anziani e le nuove generazioni è utile per dare una identità collettiva.Gli anziani sono custodi della storia, delle radici contemporanee. I circoli anziani vannosostenuti e valorizzati anche come laboratori culturali, ma anche come veri e propri ambiti formativi, dove i giovani possono imparare mestieri, saperi. Deve essere avviato un progetto8della memoria verbale, nel quale la tecnologia utilizzata dai ragazzi può essere mezzoefficace per depositare queste memorie, legate ad un passato anche rurale, oramai in via di scomparsa.I pensionati potranno essere coinvolti in progetti comunali per nuovi servizi civici per unanuova qualità urbana (presidio delle scuole, dei percorsi casa scuola, dei parchi, ecc.)
3. MOBILITA’ A MISURA DI CITTA’
Una rivoluzione della mobilità che pone la persona al centro di una nuova strategiacoordinata, dal piano traffico al piano della mobilità.Si deve superare la logica per cui la mobilità viene affrontata con un approccio di disgiunzione dei piani: piano parcheggi, piano traffico, piano ciclabilità, ecc.Si deve quindi approcciare il tema della mobilità con una capacità di analisi e diprogrammazione olistica, sistemica, non più piani che non comunicano fra loro, che hanno il solo compito di fluidificare il traffico, ma un piano, in grado di governare il tema della gestione della mobilità, garantendo il diritto a muoversi, a respirare, alla sicurezza, al rispetto ambientale, a garantire la socializzazione dei cittadini Una progettualità della mobilità prima ancora di progetti infrastrutturali. Alla città mancaancora - malgrado i proclami troppo spesso sbandierati in passato - un progetto serio dinuova infrastrutturazione di tangenziali capace di risolvere veramente e coerentemente conla loro esatta dimensione e natura i problemi come l’attraversamento nord-sud (Sant’Ilario,Lizzanella), est-ovest (Borgo Santa Maria, Piazza Rosmini), l’interramento della stataledavanti alla stazione dei trenti, ecc. La mobilità urbana andrà organizzata per le varie modalità di spostamento (piedi, biciclette,autobus, motocicli, autovetture private), mettendole in gerarchia secondo la fragilità delvettore, l’economicità del servizio ed il grado di emissioni, favorendo l’interconnessione el’interscambio.
Città per la bicicletta, la città dell’avvenire Oggi per Rovereto è più che mai necessario un percorso culturale sul tema della bicicletta, per assistere nei prossimi anni ad una trasformazione culturale dove la bicicletta da mezzodel tempo libero possa essere considerato da tutti un mezzo di locomozione vero e proprio,perché il peggior nemico della bicicletta non sono le auto, ma le idee politiche consolidate.Rovereto deve diventare città amica della bicicletta, una città moderna ed europea. Labicicletta è un mezzo salutare per decongestionare il traffico cittadino, per migliorare lasalute dei singoli e della comunità, per diminuire i costi dei bilanci famigliari, pervelocizzare i tempi di percorrenza nella città, diminuire i costi sociali sanitari, per favorire ilcommercio nel centro città.Si devono realizzare nuovi percorsi ciclabili all’interno della città, con precedenza assolutaai collegamenti continui dai quartieri periferici al centro città, come Lizzana e San Giorgio,o la zona industriale, oggi realtà completamente isolate dal centro.I percorsi casa-scuola devono essere pensati a favore della mobilità ciclopedonale, conforme di protezione strutturale (ciclabili) e di persone fisiche (piedibus).L’obiettivo nei prossimi 10 anni è quello di raggiungere almeno il 20-25% degli spostamenti urbani con la bicicletta, obiettivo raggiungibile con un piano straordinario della ciclabilità,fatto di opere infrastrutturali, piani culturali, piani di marketing all’interno di un quadro complessivo della mobilità.Mobilità pubblicaSi devono realizzare dei parcheggi pertinenziali, in particolare per i residenti del centrostorico, e quelli di attestamento per poter favorire la vitalità del centro città.10Ci sono molti spazi per rendere il trasporto pubblico più competitivo con quello privato. Icosti necessari per un adeguamento del servizio non devono essere un deterrente. Ad un buon servizio (frequenze elevate, autobus di qualità) offerto corrisponde anche una fruizioneelevata. In particolare per la periferia si devono potenziare le corse da e verso il centro. Si potranno valutare collaborazioni con soggetti privati che offrono servizi di mobilità.L’offerta di trasporto pubblico va potenziata in città non tanto nella quantità ma nella sua fruibilità; mezzi sempre più nuovi e più confortevoli, percorsi più diretti, percorsi protetticome corsie preferenziali, che evitino promiscuità con le macchine, informazioni chiare, pensiline confortevoli e più capienti per riparare dalla pioggia, servizi a favore dei clienti,marketing intelligente, e tante altre soluzioni.Si potrà sviluppare un progetto di fattibilità di impianto a fune verso il bosco della città perfavorire la fruizione degli spazi già esistenti , per poter fruire dei progetti prossimi (MuseoCivico, riqualificazione degli usi civici di quell’area). Anche per il futuro Parco della Pace(Campana, Ossario, Museo della guerra) e le orme dei dinosauri potranno essere studiatesoluzioni di trasporto a fune da e per la città.Rovereto dovrà essere coprogettista del progetto Metroland, per incentivare il movimento extra urbano collettivo verso la città di Trento, il lago di Garda in particolare.E’ opportuno che la pianificazione urbanistica e le nuove realizzazioni mirino invece afavorire forme alternative di mobilità. Di conseguenza, andrà studiata soprattutto l’accessibilità ciclopedonale e con mezzi pubblici dei nuovi quartieri che si stanno progettando.Per favorire l’uso collettivo dell’automobile si dovrà passare attraverso un progetto di carsharing anche pubblico privato. Si potrà in pochi anni convertire gran parte del parco auto indotazione al comune di Rovereto, favorendo il vero utilizzo di mezzi nuovi ecologici e pococostosi alle casse comunali.I percorsi casa lavoro dovranno essere incentivati, premiati con progetti fra le imprese el’ente pubblico, progetti che sappiano premiare chi si muove in bicicletta; progetti di questatipologia potranno essere proposti anche alle rappresentanze del commercio per favorire gliacquisti in centro. Bisogna promuovere una mobilità sostenibile anche per i percorsi casa-scuola con pianispecifici (piedi-bus e non solo), progetti di sensibilizzazione nelle scuole dell’obbligo,informazione e sensibilizzazione dei genitori e dei cittadini, messa in sicurezza dei percorsi edelle uscite nelle vicinanze della scuola, vincoli al traffico e controlli della velocità attornoalle scuole, segnaletica “dei bambini” fatta con loro e per loro, individuazione di riferimentie “punti amici” nei tragitti individuati. Essendo la mobilità una scelta individuale, è fondamentale agire sull’informazione ecomunicazione, anche a livello di immagine ed emozioni: i cittadini devono essere beninformati sulle possibilità di spostamento, sulle alternative esistenti, e consapevoli deiproblemi ambientali; è necessario anche che ci si costruisca l’idea che usare il trasportopubblico o la bicicletta non sia da cittadini di serie B che non hanno la macchina, ma dapersone affermate e moderne, quindi un percorso culturale di sensibilizzazione.Si devono creare centrali di mobilità per dare informazione su come muoversi, orari,possibilità di spostamenti e di mezzi alternativi, perché bisogna essere informati per potersi muovere.
Le circoscrizioni giocheranno un ruolo strategico nell’individuazione delle migliori soluzioni da adottare nei diversi quartieri della città, dovranno essere attente a promuovere lacultura della mobilità sostenibile.Rovereto deve diventare una città protagonista con la Provincia di Trento nelle scelte che riguardano i progetti di raddoppio della ferrovia nel tratto Verona – Fortezza. Occorre verificare che i progetti siano realmente indispensabili e siano parte di una rete ferroviariamoderna che trasferisca il trasporto delle merci dalla gomma alla rotaia, con ognidimensione territoriale collegata e con una logistica coerente. Bisogna agire per limitare gli impatti di quest'opera, in particolare sull’abitato di Marco: per questo è necessario individuare una soluzione alternativa, che sia in grado di fornire un adeguata risposta alleesigenze espresse dalla popolazione del paese.
4. SOCIALITA’ E PARTECIPAZIONE DELLA COMUNITA’
Promozione della partecipazione della comunità nei luoghi dell’istituzione comunale Si deve definire un percorso formativo per riavvicinare la popolazione alla vita pubblica della città, al funzionamento dell'ente pubblico (il consiglio comunale, le commissioni, lecircoscrizioni e così via).Occorre valorizzare anche le norme già esistenti nello statuto comunale, nel regolamento del consiglio e in quello delle circoscrizioni che vincolano il dibattito e la discussione in consiglio comunale.Si deve dare dignità alle circoscrizioni, alle persone che si impegnano ad amministrarle:attraverso una modifica statutaria vanno incrementate le competenze, il grado di autonomiaed il livello di responsabilità dei consigli di quartiere. Le circoscrizioni sono le "antenne"capaci di intercettare i bisogni dei cittadini che le abitano e capaci allo stesso tempo dicomunicare per coinvolgere le persone nelle scelte del livello centrale cittadino.Le circoscrizioni potranno essere coinvolte già nella fase di elaborazione e definizione delbilancio comunale nei capitoli riguardanti le iniziative, i progetti riguardanti quei territori. E’ prevista la disponibilità di realizzare sedute straordinarie della giunta comunale in periodidefiniti nei quartieri della città. Il sindaco dovrà dare la possibilità di ascolto nei diversiquartieri ricercando spazi anche non convenzionali, spazi pubblici o associativi.Ricerca del coinvolgimento cittadino per un nuovo modello di governo: comunicare,responsabilizzare, fareI cittadini, i portatori di interesse locali, le associazioni di categoria, i consigli pastorali etutte le rappresentanze cittadine dovranno trovare nella prossima amministrazione luoghid’ascolto, di partecipazione. Luoghi fisici ma non solo, ma anche sfruttando tecnologiecome il web. Si dovranno responsabilizzare i diversi attori decisionali per poter condividereal meglio le scelte future della città, scelte infrastrutturali, culturali, di investimento, ecc.
Le associazioni culturali e del volontariato Dovrà essere realizzata la “casa delle associazioni”, luogo per ritrovarsi, dove esistono spazifunzionali condivisi, un luogo accessibile a tutti per poter far crescere ulteriormente lavivacità associativa roveretana. Le associazioni anche non istituzionalizzate dei giovani dovranno essere ascoltate per lacostruzione di eventi da loro pensati.Laboratorio della creatività giovanileSiamo di fronte ad una questione cruciale e apparentemente contraddittoria. Si avverte comei giovani, ed in particolare gli adolescenti, nutrano una certa insofferenza nei confronti di una città, che sta progressivamente invecchiando e che appare loro spesso piccola, estraneao noiosa.E tuttavia, guardando le cose da un altro punto di vista, Rovereto si mostra attenta ai bisognidi emancipazione e di crescita delle nuove generazioni. Molte sono le risorse attivate inquesto campo sia da parte del pubblico (amministrazione comunale, scuole, enti e istituzioni culturali) che del privato sociale (parrocchie, associazioni e cooperative del terzo settore edel volontariato, società sportive). C’è però una grande difficoltà di questi soggetti alavorare in collaborazione e sinergia tra loro.13Si tratta di recuperare in un disegno complessivo gli interventi a partire da unarappresentazione unitaria e globale del bambino/ragazzo/adolescente/giovane in quanto cittadino che esprime - direttamente e indirettamente - bisogni, chiede di esercitare diritti edi assolvere doveri. Non più e non solo, di volta in volta, figlio minore – studente – sportivo- utente o consumatore - “normale” o “a rischio”, ma persona – cittadino, risorsa per lacollettività. In questa direzione le ragazze e i ragazzi di Rovereto non vanno più considerati comefruitori passivi di programmi e di attività, ma devono essere chiamati a svolgere un ruolo diattori protagonisti e consapevoli non solo della loro storia e della loro vita ma anche diquella della loro città. Diventa fondamentale la collaborazione e la cooperazione di quanti, a diverso titolo,operano con e per i giovani per passare dalla complessità dei problemi alla complementarietà delle risposte, attraverso la definizione e l’assunzione di patti dicorresponsabilità. L’attuale Tavolo giovani, coordinato dall’amministrazione comunale ed al quale partecipano una pluralità di soggetti che operano nel settore, costituisce una base importante e solida alfine di garantire continuità alla progettualità partecipata e condivisa a livello comunale. Glivanno però assegnate nuove e precise responsabilità perché ciò che esce da quel Tavolo intermini di proposte progettuali abbia davvero applicazione e pieno riconoscimento nelle politiche comunali e nelle voci di spesa. Anche il coinvolgimento diretto dei giovani nella ideazione, realizzazione e gestione diservizi/ attività/programmi per se stessi e per gli altri, va perseguito con convinzione attuando prassi effettive di partecipazione e di consultazione, non solo con le associazionigià formalmente costituite, ma anche con gruppi aggregati su proposte e problemi. Occorre consolidare e incrementare i luoghi di accoglienza diurna per i preadolescenti e, nelcontempo, proporre qualcosa di nuovo per la fascia dai 6 ai 13 anni.Un’attenzione particolare va dedicata a quei giovani cittadini roveretani che si trovano adover affrontare, fin dall’infanzia o dall’adolescenza, percorsi difficili. Queste ragazze e questi ragazzi, che vivono situazioni di disagio dovute a problemi familiari, di salute mentale e fisica o in conseguenza della loro disabilità hanno il diritto difar parte, a tutti gli effetti, della città insieme ai loro coetanei.Si pensi, poi, al fenomeno dell’immigrazione. Giovani che lasciano il loro paese senzamezzi e con molta voglia di inserirsi produttivamente nella nuova realtà e di proseguire nellaloro storia personale.Per tutti questi soggetti vanno pensate, con attenzione, azioni che consentano una realeintegrazione nel contesto sociale, nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità diciascuno e di tutti. E’ importante quindi sviluppare un progetto di politiche giovanili partendo da una visioneunitaria e globale dei giovani in quanto cittadini. I giovani devono essere chiamati a svolgereun ruolo di protagonisti della storia e la vita della città, un cambio di prospettiva ossia dalla“città per i giovani” ai “giovani per la città”. Coinvolgere i giovani nella progettazione, nellarealizzazione di progetti per se stessi e per gli altri. Ecco perché il progetto del laboratoriodella creatività giovanile. L’amministrazione non dovrà avere un ruolo totalizzante, di semplice erogatore di risorse finanziarie, ma un dovrà essere un soggetto co-protagonista, con un ruolo di supporto e diregia. Le politiche giovanili che per loro natura non possono essere totalmente assunte all’internodi una unico assessorato ma, al contrario trasversali e quindi si dovrà coinvolgere istruzione,cultura, sanità, sport. Le politiche si dovranno diversificare a secondo della fascia di età, della diversa abilità,della diversa cittadinanza.
Il centro giovanile che sorgerà a nord della città non sarà sufficiente per intercettare i tanti bisogni dei giovani che abitano lontano da tale luogo e che sono impossibilitati a muoversi,quindi si devono trovare nuove progettualità per sopperire a tale mancanza.Il centro giovani non dovrà solo essere un contenitore, ma dovrà sviluppare una progettualità politica, perché prima dei contenitori si devono realizzare i contenuti. Esistono tanti luoghi diversi già definiti dai giovani che possono essere rivitalizzati oridefiniti. La nuova partecipazione degli stranieri come modello di responsabilità socialeRovereto è una comunità aperta, interculturale e solidale. I cittadini stranieri sono ricchezzaeffettiva del presente e del futuro della città.La disponibilità all’accoglienza di buona parte della città di Rovereto nei confronti dicittadini provenienti da altri Paesi è sotto gli occhi di tutti. Così come sono evidenti glieffetti positivi, per l’intera società roveretana, della loro integrazione nel tessuto economicolocale che lavorano con serietà ed impegno, in quello sociale delle donne e ancora di più laricchezza interculturale rappresentata dalla presenza nelle scuole cittadine dei loro figli. È necessario sviluppare politiche di integrazione dove gli immigrati possano essere ascoltatie coinvolti nella vita sociale della città per costruire un nuovo modello di convivenzaresponsabile. In tal senso vanno sostenute e valorizzate le già numerose e qualificate formedi vita associativa interculturale presenti nel tessuto cittadino.Si dovranno potenziare ulteriormente politiche di alfabetizzazione e apprendimento della lingua straniera in particolare verso le donne che già trovano risposte sia nel centro di educazione permanente degli adulti presso l’Istituto don Milani sia nelle diverse attività divolontariato disseminate nella città. Le donne protagoniste nella nuova amministrazione per una democrazia compiuta Si devono sviluppare azioni capaci di contrastare le assimetrie tra donne e uomini nei diversiambiti della vita sociale della città. In tutti i livelli si dovranno mantenere buoni equilibri dipresenza delle donne e degli uomini, nei luoghi della responsabilità e non solo, seguendologiche non solo di equità ma anche di efficienza lavorativa delle donne. E’ risaputo edimostrato che team dove i generi sono ben rappresentati esprimono efficienze lavorativeben superiori rispetto a quelli di un unico genere; è anche dimostrato che nelle società dovequesto fenomeno di equilibrio non si verifica, la natalità è ben più bassa, il ristagnoeconomico è forte, ne sono un esempio le nazioni più vecchie per età dei loro cittadini almondo, Italia e Giappone. Oltre all’impegno per la presenza femminile nell’amministrazione si garantirà un impegnoper la conciliazione dei tempi famiglia-lavoro, attraverso un’organizzazione dei servizi perl’infanzia idonei a supportare le esigenze delle nuove famiglie, con un’attenta dislocazionedei servizi sul territorio.Una città senza barrierePensare una città senza barriere, costruire spazi a partire da chi è più debole nell’affrontare gli ostacoli che la vita propone, siano materiali o immateriali. Occorre definire un tavolo della disabilità che veda insieme cittadini, famiglie, il privato sociale i servizi pubblici el’amministrazione comunale, tutto questo per creare una città senza barriere.
DisabilitàPromuoviamo una cultura che rappresenti il disabile come risorsa, soprattutto nei processiproduttivi pensando all’accesso ai servizi e agli spazi pubblici, soprattutto pensandoall’utenza debole, sostenendo l’inserimento lavorativo, la promozione delle cooperativesociali, migliorando il raggiungimento e il potenziamento degli accesi pubblici, di svago e spettacolo.
5. LA CITTA’ DEL COMMERCIO E DEI SERVIZI E DELL’OFFERTA TURISTICA
Commercio, servizi, turismo e cultura sono forze con apparenti interessi differenziati edivergenti. Lo sforzo dell’amministrazione deve essere quello di mettere in relazione i soggetti rappresentativi delle categorie, per mettere a fattor comune gli interessi e ridurre alminimo la dispersione di energie di un’apparente competitività.E’ necessario stimolare logiche di competizione collaborativa, che stimola tutti a fare meglio per far crescere il proprio contesto. E’ un processo culturale che va innescato e governato dalla politica. E’ necessario un nuovo patto per il commercio ed il turismo a Rovereto, un protocollo d’intesa che veda coinvolte le parti economiche e sociali ed i protagonistidell’offerta culturale cittadina per un rinnovato impegno programmaticodell’Amministrazione comunale. La riforma delle Aziende di promozione Turistica potrà essere occasione per ripensare lapromozione territoriale, turistica e commerciale, rafforzando il ruolo del Consorzio In-Centro quale interprete delle aspettative e delle sensibilità degli operatori della città.Una città accogliente e con servizi di qualitàL’organizzazione dei tempi e degli spazi di Rovereto è ancora ancorata a quella di una cittàindustriale (la chiusura serale, domenicale dei servizi, trasporti, ecc.).Se si vuole diventare una città accogliente è necessario mettere in rete gli spazi, ampliare itempi di fruizione ai servizi, garantire l’accessibilità e la libera circolazione dei flussi turistici. I servizi come bar o ristoranti devono avviare dei percorsi di crescita professionale,migliorando l’offerta attraverso investimenti formativi (professionali), strutturali. L’amministrazione deve favorire tale processo condividendo una vision e una missioni congli operatori della città. Tale progetto non deve essere proiettato solo nel centro città, madeve essere capillare su tutto il territorio comunale e anche nella Vallagarina, in particolareper alcuni servizi come quelli della ristorazione.La città del commercio d’eccellenzaI borghi di questa città devono avere botteghe d’eccellenza per sviluppare un turismoenogastronomico di qualità. Rovereto ha dei giacimenti di saperi enogastronomiciinespressi: prodotti agroalimetari tipici, biologici e non solo, vini premiati a livello nazionaleed internazionale, ecc. I cittadini devono essere co-produttori ossia devono essereresponsabili con i loro acquisti di un progetto di tutela della produzioni roveretane. Taleprogettualità potrà sviluppare progetti di impresa nell’ottica della green economy, darepossibilità alle imprese presenti di mettersi in rete per un progetto di rilancio delle loroproduzioni; alla pubblica amministrazione il compito di realizzare un progetto di supporto edi marketing per mettere in relazione con i mercati esterni extraregionali. Il commercio e l’artigianato sono anima della cittàSi devono favorire le attività commerciali, professionali, artigianali e di servizio innovative,con forme incentivanti. Il sistema bancario locale, che costituisce un notevole patrimonio collettivo e ben radicatonella città, può avere un ruolo decisivo nel sostenere le piccole imprese, oggi fortementevulnerabili dal punto di vista finanziario per la crisi economica in atto ma nello stesso tempo orientate a sprigionare nuove energie e dinamiche reattive virtuose.
Si devono attuare politiche degli appalti in tutti i settori volte a migliorare la qualità deiservizi offerti, superando la sola logica del massimo ribasso, per il miglioramento della qualità lavorativa offerta e per evitare la precarietà lavorativa Miglioramento della ricettività Come in altre città della regione, Rovereto deve essere inserita in un progetto di turismo“plein air”, costituito da turisti attenti alle eccellenze, alla cultura, un turista ecologico eselettivo. La ricettività può essere all’altezza di tali aspettative ma deve essere incentivatacon efficaci interventi di promozione che sappiano valorizzare la fortunata posizione dellacittà e le sinergie con l’area del Garda, con la Vallagarina e con i più prossimi comprensorisciistici.Si deve potenziare il numero dei posti letto alberghieri per poter migliorare la ricettivitàturistica, studiando nuove formule anche leggere come i B&B. Si deve avviare una progettazione che possa analizzare la possibilità di realizzare dellestrutture del divertimento nell’area industriale, che hanno lo scopo di “mettere in sicurezza”il divertimento, per i giovani ma non solo. Un luogo raggiungibile a piedi, in bicicletta, conbus navetta, dall’autostrada, un luogo che può salvaguardare i cittadini dall’impatto acusticodi un concerto o di un locale da ballo.
6. DOMANDA SOCIALE E OFFERTA ISTITUZIONALE
L’innovazione del settore sociale Rovereto deve diventare un laboratorio delle politiche sociali.I servizi alla persona nella città di Rovereto sono di buon livello. E’ necessaria una nuovavisione strategica in questo ambito prefigurando interventi programmatici di respiro peralmeno i prossimi 10 anni. La Comunità di Valle, nella quale Rovereto avrà un ruolo guida,vede la necessità di predisporre e definire un nuovo patto di welfare di comunità.Una nuova cura della città perché questo significa avere cura delle persone, ridefinendo glispazi di socialità, un progetto per la comunità del futuro con il concorso di intelligenzegiovani e roveretane. Si deve realizzare una rete delle realtà esistenti e il Comune ne deve essere il regista di taleprogetto, offrendo una nuova governance con i suoi servizi esistenti attuali (AziendaMultiservizi, Fondazione Vannetti, ..) e futuri. I servizi sociali si dovranno ridefinire anche per l’avvento delle comunità di Valle, doveRovereto avrà un ruolo guida, per realizzare un nuovo patto del welfare di comunità. Si dovranno ridefinire inoltre le politiche integrative fra servizi sociali (coop sociali) e quellisanitari, definendo un nuovo stile di lavoro fra queste realtà, per un rilancio delle politiche sociali.La persona e la famiglia al centro della politica socialeSi devono favorire iniziative, progetti dal parte della pubblica amministrazione, dellaassociazioni e dei singoli cittadini, rivolte a tutta la popolazione con l’obiettivo di garantiremaggior salute e benessere, di ridurre i costi economici diretti e indiretti e renderesostenibile il welfare per le future generazioni. La conciliazione tra vita lavorativa e vita personale, tra famiglia e lavoro è oggi un temapoco affrontato dalla politica locale. E’ necessario offrire sostegno e facilitazioni alleimprese, enti, istituzioni che favoriscono l’equilibrio tra i tempi di vita e tempi di lavoro. Si devono elaborare nuove politiche in grado di ridefinire l’organizzazione dei tempi della città, favorendo una più efficace coordinazione tra i diversi servizi alla famiglia. Dalle case di riposo a nuove idee per l’accoglienza degli anziani Ci troviamo in presenza di un città sempre più vecchia (con più del 20% della cittadinanzasopra i 65 anni) che introduce nuovi bisogni e richieste di salute.Per gli anziani non autosufficienti occorre riorganizzare i servizi domiciliari definendo con ilprivato sociale finche ogni famiglia possa ricevere un sostegno assistenziale ed economicoadeguato. Serve quindi un piano assistenziale che accompagni la persona nel tempo finoall’ingresso nelle strutture d’accoglienza di nuova generazione.Oggi si deve tenere conto di un nuovo fenomeno sociale ossia quello della presenza in cittàdi circa 500 badanti, colonne portanti di molte famiglie roveretane, che devono essereseguite con progetti di inclusione sociale, di apprendimento formativo (lingua e formazioneadeguata di assistenza sociale, con corsi specifici)L’ospedale di comunitàAd oggi nella città sono alcune centinaia le persone che attendono un posto in una ResidenzaSanitaria Assistenziale (RSA). Rovereto deve sperimentare nuove forme di politicheassistenziali, realizzando nuovi progetti come “l’Ospedale di Comunità”.L’ospedale di comunità si pone come struttura intermedia fra ospedale tradizionale e iservizi territoriali. Nasce in Gran Bretagna (Community Hospital), diffuso poi in tutto ilnord Europa e oggi in Italia con più di 50 strutture realizzate. Sono strutture a basso costo19sociale e famigliare, vista anche la minore complessità tecnologica, operando con maggiorflessibilità assistenziale apprezzata dai pazienti. Inoltre tali strutture favoriscono la centralitàdelle persone malate con una dimensione più vicina a quella domiciliare.Un nuovo modello di RSA, più a misura di persona, più a misura di cittàLa RSA è una residenza dove abitano persone vive, con le loro soggettività e personalità,spesso vissute come luoghi dell’abbandono, dell’allontanamento. Rovereto può e deveessere luogo per sperimentare nuovi modelli sociali e progettuali. Le nuove RSA si devonocollocare all’interno della città senza creare danni funzionali agli spazi dove sirealizzeranno, devono essere luogo di vita, un luogo dove la gente passa normalmente, nonun non luogo, ma un ambito da conoscere e frequentare, dove possono esserci negozi, unteatro o altri servizi. Nelle nuove RSA possono essere collocati scuole materne o asili nido,favorendo la creazione di un luogo vitale e gioviale.Per una nuova progettualità socialeAssistiamo nel territorio ad una nuova gestione dei servizi per le persone con disabilità. DaVilla Maria che si sposta in città con appartamenti gestiti ove vivono disabili, a cooperative (Ponte, Iter,…) che affrontano la disabilità con professionalità. Il salto sta nello specializzareciascun soggetto perché oggi tutti fanno tutto. Definire uno specifico target all’interno delladisabilità farebbe crescere tutti e darebbe risposte efficaci al territorio. Un nuovo progettopotrebbe portare nuovi stimoli, accelerare la ricerca per sperimentazione. Significa rimetterin moto, aprire gli occhi ai bisogni.Sulla base della legge n. 46 del novembre 2009, che riguarda le popolazioni Sinta e Rom, sidevono individuare all’interno della comunità di Valle dei luoghi idonei per dare dignità aquesti cittadini. Il lavoro è da considerarsi un bene pubblico al pari dell’istruzione e della salute. Si tratta digarantire e promuovere politiche sociali integrate con le politiche del lavoro, da un concettodi welfare ad un concetto di workfare, prima ancora il lavoro che l’assistenzialismo, con unparticolare riguardo alle donne e a soggetti fragili.
La sicurezza per tuttiPer i cittadini il termine sicurezza ha oramai assunto per i cittadini una valenza molto ampia,non riferibile solo al contrasto e alla repressione della criminalità, ma ad uno spettro ampiodi situazioni cha vanno dal rischio reale, al disagio, alla paura, passando per un sentimentodi inquietudine e intolleranza verso situazione e comportamenti che alimentano i conflitti tragenerazioni, culture, situazioni sociali, presenti in un territorio. La sicurezza dei cittadini èun bene pubblico ed in quanto tale spetta al Comune, nei limiti delle competenze,promuoverla e garantirla con tutti gli attori preposti come la Giustizia e le Forze dell’Ordine.Si è convinti che i dirigenti ed il personale della Polizia di Stato, dei Carabinieri, dellaGuardia di Finanza siano assolutamente in grado di prevenire e di contrastare ogni forma dicriminalità che, per quanto riguarda il territorio comunale, registra senz’altro unadiminuzione.Sarà un preciso impegno di questa Amministrazione stabilire con le forze dell'Ordine un'interlocuzione sistematica e quotidiana per quanto attiene alla vigilanza ed al controllo sulterritorio di competenza.Il contrasto del degrado urbano, della marginalità sociale, disagio giovanile e la diffusione diinformazioni, e non ultima l’inclusione sociale, sono elementi fondamentali di prevenzione.
I presidi giudizialiIl sistema degli Uffici Giudiziari incardinato nel territorio del Trentino Alto Adige èintimamente connesso alla sua autonomia speciale, talchè questa non sarebbe addirittura ingrado di funzionare senza l’apporto dell’apparato giurisdizionale.Si pensi solo alla complessa normativa in materia di bilinguismo nei processi, dettata da unaserie di norme di attuazione poste a garanzia delle minoranze linguistiche tutelate da accordiinternazionali, dalla Costituzione e dallo Statuto, alla proporzionale etnica che in Alto Adigeinveste anche gli Uffici Giudiziari e alle speciali norme che garantiscono l’uso della secondalingua anche in processi avanti la Corte di Appello di Trento. La presenza degli Uffici Giudiziari in una realtà come la nostra assume quindi un ruolo deltutto particolare proprio perché sono associati al funzionamento degli istituti di autogovernoprevisti dallo Statuto speciale del Trentino Alto Adige. È in conseguenza di tutto questo che, grazie agli sforzi ed alle rappresentanze politiche delterritorio ai vari livelli e alle rivendicazioni delle popolazioni, è stata assicurata una presenzadi uffici giudiziari sul territorio che tiene conto della struttura policentrica dal punto di vistageografico, storico, culturale ed istituzionale della regione.Il Tribunale di Rovereto si colloca in questo reticolo e la sua presenza sta a testimoniarel’esistenza di una particolare realtà e di una storia plurisecolare che accomunano l’areameridionale della Valle dell’Adige a quella dell’Alto Garda, in territorio trentino.Recenti prese di posizione delle maggiori forze politiche sia di maggioranza che diopposizione a livello nazionale pare identifichino la principale causa delle difficoltà direndere giustizia in una irrazionale dislocazione degli uffici giudiziari sul territorio nazionaleche sarebbero la conseguenza di sedimentazioni storiche che nulla avrebbero più a che farecon le esigenze della realtà attuale.Da ciò ha ripreso vigore la proposta di concentrare gli Uffici Giudiziari nei capoluoghi diprovincia, sopprimendo i piccoli tribunali tra i quali pare ricompreso il Tribunale diRovereto.Una probabile legge delega sovvertirebbe l’attuale quadro della geografia giudiziariadell’Italia, sulla base di una geometria delineata dagli uffici ministeriali, senza tenere contoche queste misure rappresenterebbero un colpo gravissimo alla autonomia speciale del Trentino Alto Adige. Il Comune dovrà rivendicare con forza che per disciplinare materie dicompetenza statale come quella in esame, che però hanno un impatto cruciale sull’eserciziodi potestà attribuita con norme costituzionali alla Regione e alle Provincie Autonome, lostrumento da adottare sia il decreto legislativo previsto dall’art. 107 dello Statuto, emanatodopo aver sentito le Commissioni paritetiche dei 12 e dei 6, strumento che in questisessant’anni ha sempre regolato i casi in cui le competenze statali e quelle economicherichiedano un coordinamento.Una casa dell’accoglienza per le nuove fragilità La trasformazione della forma tradizionale di famiglia, la crisi economica rischiano dispingere cittadini “insospettabili” in situazioni di precarietà difficili che vengono vissute conestremo pudore, con il rischio di scaturire in condizioni di povertà concreta e con disagipsicologici correlati. E’ necessario dare servizi e alloggi a queste nuove fragilità comeseparati, precari, giovani, dare a loro una casa dell’accoglienza.Servizi all’infanziaSi devono azzerare le liste d’attesa per l’accesso agli asili nidi e alle scuole dell’infanzia.Si devono garantire servizi flessibili, diversificati in grado di rispondere ai nuovi bisognifamigliari e delle madri in particolare.
E’ necessario più che mai oggi che il comune si faccia promotore di un Consiglio perl’infanzia per ascoltare le famiglie, gli operatori del settore, Consiglio che avrà lo scopo diridefinire una nuova politica dei servizi all’infanzia.Servizi sanitari a misura di città, nuovi distretti sanitari Oggi a Rovereto esiste una frammentarietà di luoghi dove vengono erogati servizi sanitari edi assistenza alla persona: Palazzina ex CMPM (la Cassa malati), Palazzo Mafin in PiazzaLeoni, l’ex convento dei Carmelitani ossia il vecchio ospedale.Alcuni di questi edifici sono accomunati da gravi problemi strutturali, di organizzazionedegli spazi, con difficoltà di mobilità per il loro raggiungimento.E’ necessario realizzare un unico Centro Servizi sanitario, nella città rivalutando anchel’ipotesi della collocazione all’ex Bimac, non essendo sufficiente lo spazio ideato in quelluogo per accogliere tutti i suddetti servizi. Un Centro Servizi sanitari accessibile a tutti, efficiente per la città di Rovereto
Politiche per la casa Le politiche sociali in campo abitativo si sono nuovamente poste all’attenzione del dibattitopubblico.L’elevata percentuale di famiglie che dispongono della casa in proprietà non è infattisufficiente a risolvere il fabbisogno abitativo. Fattori demografici, sociale ed economicihanno infatti modificato i termini del problema: la crescita del numero delle famiglie,l’aumento dei fenomeni migratori e l’invecchiamento della popolazione dal punto di vistadelle evoluzioni demografiche; la precarizzazione dei rapporti di lavoro e le difficoltà per igiovani di uscire dalle famiglie di origine; il crescente indebitamento delle famiglie e le difficoltà connesse all’andamento della congiuntura economica sono gli aspetti che contribuiscono ad aumentare il disagio abitativo nella nostra città.E’ necessario quindi aumentare l’offerta di alloggi sociali, soprattutto a canone moderato,per consentire un accesso alla casa più equo e diffuso. Nei rapporti con Itea Spa andrà rivendicato il ruolo attivo del Comune nel concordareinterventi sostenibili dal punto di vista ambientale ma senza dimenticare l’importanza dellacoesione sociale nei nuovi insediamenti in via di realizzazione.
7. CULTURA E FORMAZIONE
La formazione scolastica, con la riqualificazione dell’offerta e una rivalutazione dellapresenza universitariaUna Amministrazione comunale non dovrebbe vantarsi per il numero di scuole che possiedee quanti soldi spende per l’edilizia scolastica e la manutenzione, ma dovrebbe saperdistinguersi per la qualità delle strutture, e soprattutto di quanto e su quali progetti hainvestito per migliorare la scuola e per dare risposta a tutte le problematiche legateall’educazione e formazione dei ragazzi/ dei giovani.La qualità delle istituzioni scolastiche a partire dagli asili nido per arrivare agli istituti discuola secondaria superiore e a quelli della formazione professionale, passando per gliistituti comprensivi di scuola primaria e secondaria di primo grado, è di tutto rilievo nellacittà di RoveretoIl processo di formazione / educazione dell’individuo, che avviene attraverso molteplicistrumenti e forme di apprendimento (non solo quelle formalizzate) e di socializzazione (centri sportivi – scuole culturali - discoteche-bar…), necessita di precisi indirizzi e valoricomuni condivisi.Le istituzioni pubbliche rimangono ancora dei validi strumenti concreti e responsabili ingrado di garantire progettualità a lungo respiro, coerenza, e continuità, che sono necessarieper non ritrovarsi sempre allo stesso punto di partenza.La sinergia delle scuole cittadine con il Centro per la Formazione degli Insegnanti con sedea Rovereto e con la Facoltà di scienze cognitive costituisce una base solido sotto il profilo scientifico per ambire ad un polo della formazione collegato con il territorio anche incollaborazione con i laboratori didattici dei musei. Le scuole potranno anche partecipare alla realizzazione di lavori di pubblica utilità, diprogetti che possano dare nuove responsabilità di crescita ai giovani, incrementando progetti integrativi nelle scuole di base per attività manuali (orto scolastico, bricolage,…), dando attenzione ai soggetti deboli.Si dovranno sviluppare progetti di riqualificazione delle mense scolastiche, promuovendo l’obbligatorietà dei cibi biologici e locali per la promozione delle filiere corte, per un nuovo progetto educativo cultural gastronomico. Costruire nel tempo nuove possibilità di alta formazioneÈ indispensabile riaprire il dialogo con l’Università di Trento.È peraltro auspicabile la presenza in città di nuovo progetto universitario concertato conl’Università di Trento senza improvvisazioni come già avvenute in un recente passato. Gli studenti, i docenti e i ricercatori sono una grande risorsa per il futuro della città.L’Università e il suo indotto possono avere una ricaduta anche sul piano economico e produttivo e pongono una città di contenute dimensioni, quale è Rovereto, al centro di unarete di rapporti nazionali e internazionali.Rapporto Scuola-UniversitàSi propone un rapporto più organico fra la scuola e l’Università in sinergia con i Musei (inparticolare il Museo civico), soprattutto nell’ambito dell’orientamento professionale euniversitario. I laboratori, di cui sopra, periodicamente potrebbero essere fruiti dagli studentidelle scuole superiori. Ciò anche in considerazione dell’ ampliamento in città dell’offertaformativa in ambito scientifico con la proposta di sperimentazione di un Istituto Tecnologico23scientifico che valorizza l’esperienza del precedente Liceo tecnologico scientificodell’Istituto “Marconi” e l’istituzione al “Rosmini” del Liceo scientifico delle Scienzeapplicate che partirà il prossimo anno.Centro Professionale per la formazione degli InsegnantiRovereto è stata la sede della SSIS per circa 10 anni. La scuola di specializzazione, pur con isuoi elementi di criticità, ha formato decine di insegnanti ed ha prodotto una memoriastorica di risorse, materiali, persone utili al rinnovamento delle didattiche. C’è quindi unterreno fertile per ambire ad un polo della formazione collegato con il territorio e, inparticolare, con i laboratori didattici (alcuni già molto attivi) dei musei. Il Centro non dovrà limitarsi solo alla formazione in servizio ma mettere a disposizionespazi e risorse anche per la formazione in entrata con una più marcata presenzadell’Università, in particolare del Centro Scuola-Università con sede a Trento, senzarinunciare alla preziosa esperienza del tirocinio dei giovani insegnanti attuato direttamentepresso gli istituti scolastici.
Sostenere, sviluppare, connettere le istituzioni culturali che caratterizzano RoveretoC’è a Rovereto una potenziale rete di istituzioni culturali formidabile in assoluto, e non soloin relazione alle dimensioni contenute della città e del territorio. Mart, Museo Civico, Museodella Guerra, Biblioteca, Campana dei Caduti e molto altro ancora. A parte il Mart,progettato nei primi anni ’90 e aperto nel 2002, tutti gli altri soggetti hanno conosciutosignificativi sviluppi e trasformazioni, negli ultimi due decenni. C’è moltissimo da fareancora per valorizzare ciascuno dei soggetti nominati, per sorreggere la loro vocazione aduna dimensione vasta, ma anche per favorirne le connessioni in un sistema provinciale e lacollaborazione a livello locale.
Le nostre officine della cultura.Queste istituzioni dovrebbero essere, dal punto di vista della loro concreta organizzazione,grandi o piccole “officine della cultura”. Tra i loro compiti vanno sottolineati anche quelli difavorire occupazione giovanile qualificata, di sperimentare forme di organizzazione chevalorizzino chi vi lavora e l’interrelazione con una più vasta società attiva interessata, difungere da committenza e stimolo per attività economiche indotte (editoria, grafica, restauroecc.).In qualche misura ciò già accade, ma non senza problemi che vanno affrontati. In particolaresi nota un inclinare del Mart verso un modello diverso da quello del museo centro di ricercadelineato nei suoi documenti fondativi. Che ne è ad esempio del Centro Studi sul Futurismo,evocato anche nella segnaletica interna ma non rintracciabile nella realtà? Altre istituzioni(in particolare Museo Civico e anche Museo della Guerra) stanno investendo di più in questadirezione. L’obiettivo anche in questo caso è però quello di far seguire, ai segmenti di lavoroqualificato che al loro interno è possibile compiere, occasioni di percorso più continuativo ericonosciuto. Non intendiamo proporre organici gonfiati e “facili” stabilizzazioni, mapercorsi esplicitamente progettati e sostenuti dal soggetto pubblico, che vadano a costituirecurricula, crediti chiaramente spendibili, senza rimanere belle esperienze strutturalmenteprecarie nel senso negativo del termine. E’ necessario su questo terreno un interventoorganico della Provincia.
Il MART e la rete dei museiIl Mart sta corrispondendo a una parte degli ambiziosi obiettivi del progetto iniziale e vasostenuto dalla città con sempre maggiore consapevolezza. Oltre al tema già accennato delrecupero dell’idea di un museo che sviluppi nel modo più attrezzato le funzioni di archivio edi centro vivo di ricerca, poniamo anche quello di un maggiore dialogo con le altre24istituzioni e con il territorio, che non significa abbassamento dei livelli che ci si propongono,ma azione per sviluppare intera la propria missione.Il Museo Civico sta da tempo stretto nella forma organizzativa di un “servizio” comunale.L’elaborazione di una forma autonoma di organizzazione (come una fondazione),fortemente sorretta dai soggetti pubblici e in primo luogo dal Comune, è un’alternativanecessaria. Il dibattito sul nuovo soggetto istituzionale cui si intende dar vita deve essereperò largo e approfondito, non può trattarsi di una questione il cui esito si decida con unasemplice delibera comunale. Il rafforzamento del nesso storico del Museo con la città, poi,dev’essere fuori discussione, esso non è contraddittorio in sé con il ruolo più vasto che ilMuseo svolge a livello territoriale e oltre. Il Museo della Guerra è condizionato da un inquadramento istituzionale (nell’ambito dellalegislazione provinciale) che ne limita le potenzialità. La progettualità interna si sviluppa inmolte direzioni, le iniziative crescono per qualità e incisività, le risorse a disposizione noncorrispondono interamente a questo dinamismo. C’è bisogno di una rinnovata attenzionedella Provincia alle potenzialità di questa istituzione, perché possa completarsi nei tempi piùstretti possibili il restauro del Castello e il riallestimento delle esposizioni, cercando inquesta fase di compressione degli spazi, soluzioni provvisorie; per far decollare il progettodella sezione sulla Seconda guerra Mondiale presso l’ATI; per lo sviluppo delle altreiniziative in corso, anche nella direzione della valorizzazione della storia e memoria delterritorio trasformato dalla Grande Guerra in ambito turistico, in vista del centenario dellaGrande Guerra.Un sostegno anche finanziario del Comune in una relazione sempre più stretta è elementoimportantissimo in questo quadro.L’avere moltiplicato gli spazi della Biblioteca Civica ne ha rafforzato il ruolo di riferimentoculturale e sociale nel nuovo cuore della città. C’è bisogno di rafforzarne con analogaconvinzione il ruolo di organizzatrice del patrimonio storico e del suo incremento, diinvestire nella tutela e nelle nuove acquisizioni, di garantire finanziamenti e personale qualificato. Nel riordino e nella valorizzazione di documenti vecchi e nuovi deve articolarsiuna serie di progetti di occupazione qualificata. La Campana dei Caduti, valorizzata nella sua dimensione di monumento e di simbolo, diluogo di confronto e di dialogo, ha bisogno di forme di organizzazione pienamente corrispondenti alla sua rappresentatività pubblica. La legge provinciale, che prevede unaFondazione Città della Pace cui concorrano diversi soggetti a partire dalla municipalità, nonsi è tuttora tradotta in atti concreti, mentre se ne avverte in misura crescente la necessità.Sostenere e riqualificare le manifestazioni di spettacoloNon si tratta solo di garantire un impegno ormai tradizionale verso le manifestazioni dimaggiore rilievo e prestigio, che rischia di diventare routine indifferente ai concreti esiti. IlComune deve favorirne sviluppo qualitativo, capacità innovativa, svolgimento in condizioniideali dal punto di vista tecnico, comunicazione pubblica, rapporto con un pubblicoadeguato. Naturalmente analoghi criteri devono valere in primo luogo per le attività dispettacolo gestite direttamente dal Comune.Sostenere le esperienze storiche più vitali e favorirne di nuove significa anche individuarecriteri di intelligente selezione: questione non semplice della quale però si sottolinea lanecessità.25In particolare per quanto riguarda la Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico vaottenuto un più pieno sostegno provinciale (anche attraverso il suo inserimento tra i soggettiche godono di una convenzione per risorse, promozione, coordinamento). La Rassegna,nello stesso tempo, dovrebbe diventare un Festival della città come è, ad esempio, il FilmFestival della Montagna a Trento. Generata dal Museo Civico, la Rassegna deve conservarequesto nesso vitale, ma ha bisogno di risorse specificamente destinate per poter evolvere edinnovare.Gli spazi della culturaVa concluso il travagliato percorso del restauro del Teatro Zandonai, mettendo in atto tuttele attenzioni necessarie perché il risultato sia qualitativamente il migliore possibile.L’edificio multipiano della ex Cartiera è una grande risorsa, attualmente utilizzata solo per ilpiano del teatro e degli spazi adiacenti: riprendere in mano un progetto complessivo ènecessario, sapendo che l’edificio è in parte destinato alla sezione nuova del Museo dellaguerra. Tutta l’area, se sarà in parte svuotata degli uffici, va ripensata.Il restauro di Palazzo Jacob, avviato dall’amministrazione uscente, richiede un’adeguataqualità del relativo progetto culturale, affidato al Museo Civico. Quello dell’ex Archivio del‘900, finanziato dalla Provincia, pure richiede cure, approfondimento, confronto per quantoriguarda il progetto di gestione e d’uso del nuovo spazio culturale che si andrà ad aprire, cheauspichiamo sia agibile a una gamma vasta di iniziative, in particolare giovanili.Per una scuola musicale più civica, più aperta alla cittàNata nel 1889 e comunale dal 1908, la Civica Scuola Musicale Zandonai periodicamente alcentro di polemiche più o meno accese, merita una riflessione sulla sua natura e sul suofuturo. L’impianto tradizionale dell’offerta formativa della scuola non è in conflitto con laricerca di un’immagine più fresca e dinamica, che passi anche attraverso una comunicazionepiù efficace e una stretta collaborazione con altre realtà (culturali e musicali) del territorio,private i pubbliche che siano, aprendo sul territorio dialogando con altre realtà istituzionalicittadine come il MART, la biblioteca civica. La Scuola Musicale infatti gode di una sedecentralissima e di grande bellezza. La recente ristrutturazione ha riconsegnato il piano terra,prima inutilizzabile, ora un intervento auspicabile sarebbe il recupero dei locali seminterrati,eventualmente da destinare all’attività di gruppi musicali anche estranei alla scuola.Si dovranno sviluppare progetti comuni volti alla valorizzazione di figure della storiamusicale della città come Riccardo Zandonai, ipotizzando un Festival a lui dedicato.Nell’ottica di un percorso di apertura della scuola alla città, si dovranno pesnare una serie di“giornate aperte” dedicate alla fruizione libera degli spazi e che siano occasione di scambioe confronto anche con le altre realtà musicali del territorio; in un’ottica di “rete” sarebbeauspicabile la contestualizzazione in manifestazioni cittadine dedicate ai giovani.La Scuola Musicale di Rovereto da sempre offre alla propria utenza la possibilità di seguireun percorso scolastico di alto livello e di tipo professionalizzante. Questa specificità vaulteriormente valorizzata nel contesto della riforma dei Conservatori, destinati a occuparsiesclusivamente della fascia università dell’istruzione musicale, e garantendo dunque unpercorso propedeutico al Triennio Accademico. In tal senso va rinnovato il dialogo con laProvincia affinché sia riconosciuta l’importanza dell’offerta professionalizzante nel contestodell’istruzione musicale provinciale.Per poter dare più vigore al progetto di rilancio di tale struttura si dovrà avviare un riesamedegli assetti organizzativi, superando logiche di precariato della figure professionali che cilavorano.
La Città della Pace Il comune di Rovereto, che fa parte di una società complessa come quella di oggi, deveesprimere un rinnovato nella ricerca della pace che, come ci ha magistralmente insegnatoShirin Ebadi, l’avvocatessa premio nobel per la pace 2003, non è il contrario di guerra. Lapace c’è - afferma Ebadi - quando l’uomo può vivere libero, con dignità. L’analisi di questeproblematiche è stata affrontata da tempo e viene costantemente seguita da struttureimportanti come la Fondazione Opera Campana dei Caduti e la sua importante emanazionel’Osservatorio sui Balcani ed il Caucaso con i quali il Comune dovrà lavorare in costante efruttuosa sinergia.Rovereto è accreditata all’ONU come città della pace per legge nazionale, un potenzialequesto tutto da sfruttare dando forza alle relazioni internazionali.Tempo in cui assume un ruolo determinante la 'politica estera' degli enti locali, fatta direlazioni stabili tra comunità, coinvolte in tutte le loro articolazioni, con garanzia diprotagonismo, dignità e specificità. In quella che viene definita 'cooperazione decentrata' omeglio ancora 'cooperazione comunitaria', sperimentata in questi anni attraverso il lavoro dicooperazione nell'ambito delle associazioni 'Tavolo Trentino con la Serbia' e 'Pace perGerusalemme - Il Trentino e la Palestina' di cui il Comune è socio fondatore.Relazioni oltremodo facilitate dalla presenza in città di molti 'mondi della pace', chestoricamente si occupano di nonviolenza, diritti umani, economia solidale, accoglienza,solidarietà internazionale: il Centro di Educazione Permanente alla Pace gestito dalComitato delle Associazioni per la Pace e i Diritti Umani, la Fondazione Opera Campana deiCaduti con i suoi progetti. Ma anche decine di parrocchie, associazioni, comitati e tavoli,intersecati con i mondi della scuola e delle altre istituzioni e con i cittadini, che danno ilsenso di “Rovereto, città della pace”.
8. PER UN NUOVO PATTO CON L’AMBIENTE E IL TERRITORIO
L’urbanistica innovativa per uno sviluppo sostenibile della cittàCon la stratificazione delle varianti ai piani regolatori si è persa la visione strategicaurbanistica della città, una visione complessiva, infatti non sono chiari gli obiettivi del lungoperiodo.Non si sono creati meccanismi di progettazione urbanistica partecipata, se non dipresentazione di progetti già ideati e in via di realizzazione, creando frizioni e scontri didiverso livello, in consiglio comunale, nelle circoscrizioni, nella città (ex stazioneautocorriere, zona zigherane per farne degli esempi).Per realizzare una nuova città europea si devono svegliare le intelligenze locali, i giovaniarchitetti con progettazioni innovative, coinvolgendo anche grandi nomi internazionali che simettono a disposizione della città per progettare ma anche per formare le nostre forzeprofessionali locali. Per realizzare una progettazione partecipata, per far capire ai cittadini quale sarà la città delfuturo è necessario realizzare uno spazio in città di comunicazione permanente: un urbancenter. C’è necessità di progettare una nuova città che sappia parlare di sviluppo armonico,sostenibile, equo.La certificazione ambientale degli edifici sarà pilastro fondamentale e vincolante per lenuove progettazioni per tutto il territorio comunale.Siamo convinti che la perequazione può essere un utile strumento di equità nella ripartizionetra più soggetti privati di diritti edificatori e di oneri per la realizzazione di servizi collettivi.Certamente la perequazione è utile quando ha come obiettivo la riqualificazione di tessutiurbani o la previsione di indispensabili servizi collettivi.Un Piano regolatore generale costituisce sempre un enorme lavoro, prima di analisi dellasituazione, poi di ripensamento e di progettazione. In mezzo alle due fasi, ci stanno le sceltepolitiche.Se su questi temi fosse avvenuto un ampio dibattito, probabilmente il piano avrebbeincontrato maggiore consenso.Una più ampia e condivisa riflessione sulle criticità e sui punti di forza della città, suglisviluppi futuri, sulle opportunità, un confronto aperto con quanti chiedevano soluzionipuntuali, avrebbe certamente prodotto una maggiore identificazione dei cittadini con unaproposta.La pianificazione urbana integrataLa pianificazione urbanistica per raggiungere buoni risultati deve garantire una perfetta integrazione, secondo una visione olistica del territorio, con tutti gli altri strumenti dipianificazione comunale, come ad esempio il piano della mobilità, il piano urbano deltraffico, il piano dei parcheggi, il piano del trasporto pubblico, piano della ciclabilità, laclassificazione acustica del territorio, ecc. E’, infatti, evidente che tutti questi piani hannodelle forti connessioni con la pianificazione urbanistica, pensiamo ad esempio agli effettiprodotti da una destinazione urbanistica rivolta all’insediamento di grandi strutturecommerciali sulla viabilità esistente, sulla funzionalità delle strade, nonché sulla qualità28della vita. E’ proprio nelle aree urbane, infatti, che gli aspetti ambientali, economici e socialisono maggiormente interconnessi. Pertanto questi fenomeni nei contesti urbani complessicome il nostro richiedono strumenti di valutazione sofisticati in grado ad esempio di valutareper determinate proposte e/o soluzioni i possibili effetti sul contesto economico e sociale,sulla funzionalità stradale, sulla qualità della vita, ecc. A tal proposito anche la Commissione europea in una sua relazione al Parlamento europeo e al Consiglio ha evidenziato che se attuato a tutti i livelli, l’adozione di un approccio alla gestione urbanamaggiormente integrato contribuirà a migliorare la qualità dell’ambiente urbano, rendendola città un luogo più sano e piacevole dove vivere, lavorare e investire.Adottando un approccio di pianificazione integrata diventa più semplice fornire dellerisposte oggettive in merito alla compatibilità delle scelte con le esigenze sociali,economiche e ambientali nonché valutare in modo più oggettivo anche le specificheproposte puntuali avanzate dai diversi portatori di interesse.La città dell’acqua, il rapporto ecologico e della memoria con il fiume Adige e iltorrente LenoA Rovereto esistono associazioni (pescatori, ambientaliste e culturali) e manifestazioni(Borgo sul fiume) che hanno a cuore il tema del rispetto degli ecosistemi fluviali e dellamemoria legata all’acqua. I roveretani devono riappropriarsi del contatto con l’acqua, chesia fisico o culturale. Si devo realizzare progetti per raggiungere tale obiettivo, costruendonuovi spazi di aggregazione sociale (laghetto della pesca sportiva nelle vicinanze dei corsid’acqua), luoghi del ristoro e della convivialità in riva al fiume, progetti didattici di ecologiafluviale. Progetti finalizzati ad una nuova cultura dell’acqua, bene comune inalienabile.Tutela delle aree agricole e una agricoltura d’eccellenza della città: per un nuovoprogetto culturale delle produzioniSi dovrà potenziare l’assessorato all’agricoltura per realizzare un progetto di valorizzazionedelle produzioni locali, come quelle biologiche, vitivinicole, tradizionali. Si dovrannorealizzare anche mercati che sappiano coniugare valori diversi come quelli ambientali,sociali ed economici. Un buon esempio di tale progettualità è il “Mercato della Terra”promosso da Slow Food nella Vallagarina.
Le problematiche ambientali di RoveretoMolte progettualità ambientali oggi a Rovereto si sono fermate: il progetto delle raccoltedifferenziate, la certificazione ambientale comunale, la banca dati ambientale per citarnealcune.Nel 2004 è stato avviato un progetto di raccolta differenziata spinta che deve essererilanciato. Si devono allargare i servizi porta a porta eliminando le campane azzurre per ilmultimateriale, si devono realizzare al più presto due Centri di Raccolta Materiale (CRM),uno a nord e uno a sud della città.Si devono realizzare progetti di prevenzione dei rifiuti con la collaborazione deisupermercati, della distribuzione organizzata.Da cinque anni a questa parte non si è realizzata nessuna campagna informativa sui rifiuti, èquindi necessario rilanciare un progetto di informazione e sensibilizzazione allacittadinanza.Rovereto deve avviare per obbligo di legge provinciale un progetto di riformulazione dellatariffa puntuale dei rifiuti.Rovereto non ha colto in questi ultimi anni l’importanza della certificazione ambientalecome al contrario hanno fatto molti altri comuni trentini. Rovereto deve ricevere la29certificazione ambientale europea EMAS e quella della quantificazione e monitoraggio dellaproduzione della CO2 (ISO 14064) e al contempo politiche di compensazione dellaproduzione dei gas serra (emission trading)Rovereto, e per primo il comune, deve essere faro guida per la Vallagarina per lacertificazione ambientale degli edifici, proponendo standard di progettazioneall’avanguardia delle progettualità ambientaleE’ necessario realizzare un bilancio energetico-ecologico comunale a supporto per unanuova governance energetica dell’amministrazione comunale.In collaborazione con la Dolomiti Energia si devono sviluppare nuovi investimenti nelleenergie rinnovabili, realizzando impianti di produzione come quello fotovoltaico sopra lesuperfici produttive nella zona industriale di Rovereto.
9. LO SPORT COME PROGETTO CULTURALE
Sport come benessere della personaEsiste la consapevolezza del valore dello sport e delle politiche sportive possono assumereper il miglioramento del benessere individuale per la crescita della qualità della vita e dellacoesione sociale di una comunità.Sport come promozione culturaleLo sport può essere uno strumento straordinario per promuovere concetti culturali. Con larealizzazione della maratona della pace nella Vallagarina si potrà lavorare con l’ONU perrealizzare un evento mondiale capace di promuovere la pace fra i popoli.Altre manifestazioni come Vivicittà, poco considerata dall’amministrazione comunale,potranno essere rilanciate come festa ambientale della città, festa della vivibilità urbana (sirealizzeranno dei Green Event nella città).Lo sport come cultura giovanileLa grande maggioranza dei giovani incontra e abbandona lo sport nell’età compresa tra lascuola media inferiore e il termine della scuola superiore. In questa fascia di età vaconsiderato il contribuito che l’istituzione pubblica, insieme agli attori del mondo sportivo,può offrire per produrre e diffondere in modo sempre più efficace gli ingredienti di unasolida cultura sportiva favorendo e sostenendo azioni e iniziative miranti a questo obiettivo.Programmi culturali per poter costruire nei giovani un modello di vita sana, lo sport anchecome terapia per risolvere le fragilità adolescenziali.Si dovrà sviluppare attenzione a gli sport minor ed emergenti per dare giusta dignità ad essi.
10. ROVERETO E LA COMUNITA’ DELLA VALLAGARINA: UN UNICO FUTURO
Il Comune di Rovereto ha rinunciato negli ultimi anni ad essere protagonista nella realtàdella Vallagarina. Non lo è stato nella definizione dello statuto e del progetto di Comunità enon lo è stato nell’assicurare continuità delle relazioni con gli altri comuni e condivisione diprogetti strategici per il futuro della Vallagarina.Questo ritardo va recuperato perché Rovereto deve essere il centro non solo urbano maanche istituzionale e progettuale della nuova Comunità di Valle.Le grandi azioni necessarie, da quelle dell’innovazione e della green economy, a quellerelative alle reti ambientali, infrastrutturali, tecnologiche e dei servizi, richiedono ilprotagonismo di tutta la Vallagarina e il ruolo forte del Comune di Rovereto.Ad ottobre i cittadini saranno chiamati ad eleggere gli organismi della nuova Comunità divalle , l’ente che assorbirà le funzioni del Comprensorio ma che raccoglierà anche le nuovecompetenze previste dalla riforma istituzionale. Dalla pianificazione urbanistica alle scelteinfrastrutturali, dalle reti ecologiche ai servizi sovracomunali, dallo sviluppo turistico allapianificazione commerciale e delle aree produttive, ogni scelta strategica passerà dalleComunità di valle. Occorre esserne consapevoli e protagonisti.I nuovi amministratori che emergeranno dalle elezioni dovranno condividere con il sindacodi Rovereto una idea forte di Comunità di valle che superi le vecchie diffidenze e la rendainterlocutore autorevole rispetto alle comunità a noi vicine, quella dell’Alto Garda e quelladi Trento.C’è la necessità infatti, nell’ottica non più rinviabile di un forte decentramento delle funzioniprovinciali, che Rovereto e la Vallagarina siano protagonisti più che nella lamentazionenella costruzione di progetti.Il rapporto con la Provincia deve essere ricostruito sulla base della pari dignità e nella forzadelle idee Un progetto che metta in connessione Rovereto con Trento, con un sistemaurbano per mobilità, offerta di servizi, cultura,formazione e ricerca, ma un sistema rispettosodelle identità territoriali e capace di valorizzarne ogni potenzialità; e una altro progetto chemetta in connessione la Vallagarina con l’Alto Garda per coglierne tutte le potenzialitàturistiche ed economiche.Rovereto deve essere protagonista nelle politiche dell’Euregio, per inserirsi così con piùforza nelle relazioni delle Regioni europee. Andrea Miorandi
venerdì 16 aprile 2010
Lista CANDIDATI dell'AREA di CENTRO 16/05/2010
Lista CANDIDATI dell'AREA di CENTRO 16/05/2010
1. Frisinghelli Franco
2. Trentini Michele
3. Puglisi Alcide Filippo
4. Pontillo Emilio
5. Buzzo Rodolfo
6. Pediconi Paola
7. Armellin Gianpaolo
8. Carmeci Manuela
9. Comencini Pier Antonio
10. Cuel Mauro
11. Dalledonne Dina
12. D'Angelo Jennifer Zaira
13. De Filippis Angelica
14. Gala Dino
15. Gala Melissa
16. Grasso Maria
17. Kircanski Franco
18. Lorenzi Giorgia
19. Lunardi Francesco
20. Marcomini Francesca
21. Margola Marina
22. Matta Daniela
23. Micheloni Fabrizio
24. Micheloni Gianfranco
25. Padovani Sabrina
26. Peterlini Anna
27. Rizzo Maria Stella
28. Saltori Mauro
29. Serio Nicola
30. Tomasi Sara
31. Trainotti Giuseppe
32. Trassari Puro Federico
33. Trentini Christian
34. Valduga Isabella
35. Zanin Francesca
36. Zencher Lara
1. Frisinghelli Franco
2. Trentini Michele
3. Puglisi Alcide Filippo
4. Pontillo Emilio
5. Buzzo Rodolfo
6. Pediconi Paola
7. Armellin Gianpaolo
8. Carmeci Manuela
9. Comencini Pier Antonio
10. Cuel Mauro
11. Dalledonne Dina
12. D'Angelo Jennifer Zaira
13. De Filippis Angelica
14. Gala Dino
15. Gala Melissa
16. Grasso Maria
17. Kircanski Franco
18. Lorenzi Giorgia
19. Lunardi Francesco
20. Marcomini Francesca
21. Margola Marina
22. Matta Daniela
23. Micheloni Fabrizio
24. Micheloni Gianfranco
25. Padovani Sabrina
26. Peterlini Anna
27. Rizzo Maria Stella
28. Saltori Mauro
29. Serio Nicola
30. Tomasi Sara
31. Trainotti Giuseppe
32. Trassari Puro Federico
33. Trentini Christian
34. Valduga Isabella
35. Zanin Francesca
36. Zencher Lara
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